A PROPOSITO DI . . . GIOCA JUDO:

Da qualche anno anche in Italia abbiamo cominciato
ad avviare alla pratica del judo bambini piccolissimi,
dai 3 anni e mezzo.

Ovviamente stiamo parlando di propedeutica del judo, questi corsi infatti, che non a caso si chiamano gioca judo, hanno lo scopo di insegnare i rudimenti della disciplina attraverso il gioco, ma un gioco che avviene con la divisa, nell’ambiente e con la struttura di una vera e propria lezione di judo ovviamente adattata all’età dei bambini.


In questo periodo della loro vita i bambini cominciano a rapportarsi più attivamente verso gli altri e a prendere coscienza del proprio essere. Sensazioni come forza, velocità e precisione nell’esecuzione di un gesto, equilibrio, capacità di distinguere la destra dalla sinistra, vengono coltivate e memorizzate, è un momento unico e fondamentale dello sviluppo del bambino, in questo momento si mettono le basi per uno sviluppo armonico di corpo e mente e progressivamente vengono acquisiti gli schemi motori che sempre più spesso risultano carenti nelle nelle giovani generazioni ipertecnologicizzate.


La pratica del gioca judo si prefigge di sviluppare il più possibile tutte queste attività in modo da dare al bambino un bagaglio psicomotorio il più completo possibile, vengono forniti moltissimi schemi motori fondamentali, stimolate e migliorate le capacità condizionali e coordinative (che sono le capacità fisiche genetiche le prime comunque migliorabili con l'allenamento e acquisite con l’esercizio le seconde). Tutto questo attraverso il gioco in maniera naturale e senza sforzo da parte del bambino. Questi corsi sono pertanto utilissimi anche se in futuro il bambino deciderà di seguire un’altra disciplina sportiva, perché avrà comunque acquisito le basi motorie e psicologiche ideali per affrontarla.

Vengono inoltre sviluppati la socializzazione e il rispetto reciproco.
La pratica del gioca judo prevede l’introduzione di esercizi propedeutici attraverso il gioco, insegna a dosare i gesti e la forza in modo da tutelare e gestire il più piccolo o meno esperto. 

Viene approcciato anche il concetto di regole da rispettare, così come si insegna ad ascoltare chi è più “esperto”. Anche dal punto di vista della socializzazione e capacità di relazione, il gioco condotto dagli insegnanti, stimola i più timidi a sbloccarsi e a contenere i più “scatenati “.

Lo scopo che si cerca di raggiungere entro la fine del primo anno è quello di fare acquisire la capacità di cadere correttamente, imparare almeno una tecnica di proiezione in piedi e i primi rudimenti, per altro naturali per i bambini, di lotta a terra, quindi di judo vero e proprio. 

Anche noi della Judo Sakura di Magenta da qualche anno abbiamo introdotto questi corsi con grande successo e, a parte assenze dovuta a malattie o impedimenti logistici, abbiamo constatato che la frequenza è stata ottima fino a fine anno, segno evidente che i bambini si divertivano.